Torna il brigante Piccioni, videoclip di Federico De Marco con gli Abetito Galeotta

previewpic16_9Il Brigante Piccioni, da storia a leggenda, il terrore della via Salaria, tra Ascoli Piceno e Arquata del Tronto, è il protagonista del nuovo videoclip degli <Abetito Galeotta> girato dal fotoreporter Federico De Marco. Non lasciava scampo ai soldati piemontesi venuti ad annettere il Piceno al nuovo Regno d’Italia.

Il suo nascondiglio era l’interno di un grande albero ora chiamato “Albero del Piccioni”, un platano monumentale, il più antico delle Marche. E fulmineo faceva stragi aiutato dagli altri irregolari che ancora, tra fede e convinzione politica, credevano nel Regno Pontificio e nel Papa Re. Velocissimo poi a far perdere le proprie tracce nei boschi. Il suo nome era Giovanni Piccioni ed era alla testa di “4000 paesani nella Provincia d’Ascoli”. Ora il <Il Brigante Piccioni>, interpretato da un intenso Pino Presciutti, viene raccontato come un film musicale di matrice storica e soprattutto popolare. brigantepino4C’è il richiamo alla tradizione orale dei nostri avi e ci sono le fonti storiche. I luoghi del set sono proprio quelli nei quali sono realmente accaduti i fatti. <Non avevamo mai partecipato ad una produzione in costume. E’ stata un’emozione unica ricostruire le scene cercando di mantenere la fedeltà storica. -confessa Marco Pietrzela, compositore ed arrangiatore degli Abetito Galeotta- L’emozione più grande è stata quella di vedere il lavoro ultimato. Siamo felicissimi di vedere questo risultato dopo così tante energie spese, sono molto soddisfatto. Raccontare della propria terra dovrebbe essere un obbligo morale per ogni artista>. Il video è stato girato in due giorni tra Ascoli, Mozzano e Montegallo. <Sono riuscito a catalizzare tutte le energie messe in gioco dagli Abetito Galeotta -afferma il regista Federico De Marco– Devo assolutamente fare i complimenti alle 50 comparse che abbiamo avuto. Belle e motivate. Abbiamo cercato di dare un taglio quasi da docu-fiction in costume al video. La mia speranza è quella di essere riuscito a restituire l’atmosfera incastrata tra fiaba, leggenda e documento storico>. Le gesta del brigante Piccioni sono contenute in numerosi documenti, ma nell’immaginario collettivo si è formata l’idea romantica di un brigante cattivo solo con i forestieri e che voleva difendere ad ogni costo la sua brigantepino5terra. La leggenda infatti vuole che Giovanni Piccioni si nascondesse all’interno di un particolare albero di forma concava cresciuto sul bordo della strada Salaria. Da lì effettuava gli agguati ai soldati piemontesi considerati degli invasori. Il brigantaggio piceno non era prettamente di tipo sociale come ad esempio quello pugliese o calabrese, che serviva anche alla sopravvivenza degli stessi briganti, ma era più di tipo politico e in questo caso a sostegno dello Stato Pontifico. Tra il dicembre del 1860 e il gennaio del 1861, come anche il giornale maceratese di opposizione “Annessione Picena” titola, la vita dei contadini piceni viene bruscamente interrotta quando si viene a sapere che gli invasori piemontesi sono ormai vicini e hanno intenzione di occupare il territorio. Il popolo viene quindi convocato d’urgenza nella chiesa di Mozzano dove il parroco chiede disperatamente a tutti di imbracciare le armi per resistere all’invasore piemontese. Le mantelle blu piemontesi, guidate dal temibile Generale Pinelli, infuriate per l’inaspettata resistenza dei briganti, brigantepino3uccidono il parroco di Mozzano con un colpo di fucile mentre chiude il portone della sagrestia. Ancora oggi è possibile vedere i buchi dei proiettili. Giovanni Piccioni si mette a capo della resistenza contro i piemontesi e comanda all’attacco il suo piccolo ma agguerrito gruppo di combattenti fronteggiando senza paura il nemico con qualsiasi tipo di arma nelle montagne di Acquasanta, Valle Castellana, Montegallo e nei boschi della Salaria. Difende anche con successo la fortezza di Tronzano (nel video si vede ciò che ne rimane oggi). Dopo i primi successi, i piemontesi, superiori in numero e armamento, riescono ad avere il sopravvento sui briganti marchigiani e impongono la resa con la deposizione delle armi. Il Generale Pinelli cattura Giovanni Piccioni e lo rinchiude in una piccola cella buia all’interno del carcere del Forte Malatesta di Ascoli dove rimarrà fino alla fine dei suoi giorni. Un figlio di Piccioni resta ucciso in un conflitto a fuoco con dei bersaglieri e gli altri capi-briganti, uno ad uno, vengono o catturati o uccisi. Le location della produzione video sono proprio tutte queste appena raccontate. Persino la cella del carcere è la stessa e gli Abetito brigantepino2Galeotta suonano nel “passeggio” del forte, pochissimi metri di spazio e con poca luce filtrata da altissime mura, dove i detenuti prendevano la loro ora d’aria. <C’è stato un gran lavoro di ricerca prima di scrivere testo e musica di questo brano, sia per l’argomento trattato che per la figura storica stessa del brigante Piccioni, ma siamo pienamente soddisfatti del risultato, che ci ha permesso di raccontare accadimenti e personaggi della nostra terra alla quale siamo molto legati. -dice Manlio Agostini, autore dei testi della band e coautore delle musiche- In un mondo che guarda sempre troppo avanti, abbiamo voluto fare un’operazione fuori dal tempo, cercando di instillare una riflessione e un’emozione nel cuore di chi ascolta il brano e guarda il video>. Gli Abetito Galeotta vogliono ringraziare sentitamente per la riuscita di questo ultimo lavoro il Comune di Ascoli Piceno, l’associazione culturale “Officina del Sale” nella figura del prof. Giuliano Cipollini, la Comunità di Abetito di Montegallo, il personale del Forte Malatesta, il parroco di Mozzano Don Andrea Tanchi e il fotografo Mauro Alesiani. La band ascolana non è nuova a canzoni dedicate alla loro terra natale: spicca fra tutte <La città delle torri cadenti> (guarda il video).

“Il Brigante Piccioni” – Abetito Galeotta (http://abetitogaleotta.wix.com/abetito)

regia: Federico De Marco (www.federicodemarco.com)

etichetta: Music Force

con: Pino Presciutti nel ruolo del brigante Giovanni Piccioni

e con: Mauro Alesiani, Alba Alessandrini, Angelo Alfonsi, Andrea Caponi, Daniele Castelli, Alfredo Cinaglia, Giuliano Cipollini, Maria Assunta Coccia, Nazzareno Coccia, Stefano Curzi, Diana Diciolla, Francesco Funari, Rinaldo Guerra, Egea Latini, Fabrizia Latini, Anna Lolli, Gianpiero Maravalli, Enrico Mazzuca, Beatrice Moretti, Antonello Pala, Quinta Piccinini, Francesco Popò, Sofia Raimondi, Riccardo Schiavi e Claudio Soldato